Page 18 - Tesina per Master EMERGENCY E DISASTER MANAGEMENT a cura di Orazio De Maria
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Per completezza d’informazione si indicano anche le altre tipologie di linee di trasmissione ovvero
le guide d’onda, utilizzate per esempio nel campo dei radar ed in quello dei ponti televisivi e
telefonici. Tralasciando gli ultimi due casi, televisivi e telefonici, le guida d’onda hanno una forma
rettangolare alla cui base viene applicato un cavo di tipo coassiale che deve essere a bassa perdita,
soprattutto se utilizzati nella parte ricevente.
Nella parte trasmittente invece sono connessi fisicamente al trasmettitore anche mediante l’utilizzo
di guide d’onda flessibili, utilizzate per brevi tratte. All’interno di questi parallelepipedi la parte
interna è di tipo speculare riflettente e viene posta sotto vuoto, tanto è vero che, ciclicamente,
bisogna controllarne la pressurizzazione. Il segnale applicato, o ricevuto, si propaga al loro interno
mediante riflessioni successive venendo poi irradiato da una piccola trombetta conica, in caso di
onda continua dei sistema guida missili, oppure, applicata ad una parabola rotante, in caso di
antenna di radar del tiro o di scoperta aerea o navale. Com’è facile intuire, in queste applicazioni le
potenze in gioco sono molto elevate, così come le tensioni applicate . Nel caso di ricezione del
segnale, che viene ricevuto sfruttando l’effetto Doppler, quest’ ultimo dovrà essere quanto più
discriminato possibile al fine di poter essere ricevuto nella maniera più distinta possibile.
Certamente, a meno che non si prenda in considerazione un camion con parabole integrate della
Telespazio, difficilmente le guide d’onda, che comunque si utilizzano nei valori di frequenza dei
GHZ, si troveranno installate sulle facciate di COC o presso un COM.
Per ciò che concerne le linee di trasmissione si può concludere attestando che veicolano il segnale
applicato della sorgente formato da un’onda elettromagnetica pilotata verso l’antenna. Hanno una
loro Impedenza caratteristica e, per le loro caratteristiche costruttive, in taluni casi possono anche
trovare impiego per la realizzazione di antenne o di adattatori di Impedenza, calcolandone le misure
opportune, in base alla lunghezza d’onda dell’antenna che si vorrà costruire.
Realizzare mediante una linea di trasmissione un ottimale accoppiamento di Impedenza,
contribuisce in primis ad avere un rapporto di onda stazionaria, ossia di onda riflessa, quasi nullo o
nullo. Tale rapporto definito ROS (Rapporto di Onda Stazionaria) misura la parte del segnale che,
riflettendo alla base dell’antenna torna verso il ricetrasmettitore tramite la calza del cavo
diminuendo anche la potenza di uscita.
Ottenere quindi un ottimo accoppiamento di Impedenza farà quindi in modo di avere il massimo
trasferimento di segnale verso lo spazio. In merito al rapporto di onde stazionarie o riflesse, il loro
valore misurato fino a 3è in tolleranza, ottimale sarebbe con valore pari a 1. Se i valori sono più
elevati bisogna intervenire e ricercare le cause nell’impianto di antenna: cattiva saldatura, elementi
dell’antenna danneggiati, infiltrazioni d’acqua, cavo in corto, ecc. Questo valore si misura con uno
strumento chiamato ros-metro di cui molte radio oggi sono dotate al loro interno.
Come già espresso precedentemente, le antenne, in generale, servono ad irradiare un segnale
applicato ai propri capi da parte di un trasmettitore ed irradiarlo verso lo spazio. L’applicazione può
avvenire a mezzo di cavi come visto precedentemente o, in caso di radio portatili, anche in maniera
diretta.. Parimenti il discorso è valido in caso di ricezione del segnale presente e captato ai suoi
capi. In quest’ ultimo caso l’antenna capterà un segnale sotto forma di onda elettro magnetica
facendolo arrivare al primo stadio del ricevitore. Tale segnale sarà discriminato, amplificato e
successivamente diffuso dall’altoparlante, cuffia o impianto televisivo a seconda di quello che si
tiene in considerazione.
L ’ antenna, quindi, dal punto di vista fisico si comporta come un trasduttore, ossia è in grado di
ricevere un’onda elettromagnetica e rivelarne il suo contenuto verso lo stadio ricevente. Parimenti,
se viene applicato all’antenna un segnale modulato, lo trasforma sotto forma di onda
elettromagnetica per irradiarlo successivamente verso lo spazio.
In commercio esistono varie tipologie di antenne, di seguito si analizzano le caratteristiche
principali.
L’antenna più semplice che esiste in natura, da cui si parte come esempio comparativo per lo studio
delle stesse è rappresentata dal dipolo rigido o filare. A differenza della classica Long Wire o
Random Wire, che sono dei “pezzi di filo” volanti, costruttivamente parlando, questa tipologia di
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